L'impatto della tecnologia sulla visione: Effetti dell'uso prolungato di dispositivi digitali sulla salute visiva.
Introduzione
L’uso prolungato di dispositivi digitali – computer, smartphone, tablet – è diventato ubiquo nella vita quotidiana e lavorativa, soprattutto a seguito delle restrizioni dovute alla pandemia di COVID-19. Questa tendenza ha portato a un aumento significativo dei disturbi visivi legati al tempo di esposizione agli schermi, con ripercussioni non solo sulla qualità della vista, ma anche sul benessere generale e sulla produttività degli individui
Che cos’è l’“affaticamento visivo digitale” (Digital Eye Strain)
L’affaticamento visivo digitale
(Digital Eye Strain, DES), noto anche come sindrome da visione al computer (Computer Vision Syndrome, CVS), è definito come l’insieme di sintomi oculari e visivi che insorgono in seguito all’uso prolungato di dispositivi elettronici. I principali sintomi includono secchezza oculare, sensazione di corpo estraneo, bruciore, arrossamento, visione offuscata e cefalee; ad essi si possono associare rigidità del collo, stanchezza generale e dolori muscolo-scheletrici.
Sintomi e manifestazioni cliniche
Sintomi oculari: secchezza, prurito, lacrimazione riflessa, visione sfocata intermittente;
Sintomi extra-oculari: mal di testa, dolore cervicale e dorsale, affaticamento generale.
La prevalenza di DES varia ampiamente (dal 50% oltre il 90%), a seconda della popolazione studiata e delle metodologie adottate nei questionari clinic
Fisiopatologia
I meccanismi sottostanti DES sono multifattoriali e comprendono:
Riduzione del tasso di ammiccamento durante la messa a fuoco prolungata su schermo, con conseguente evaporazione del film lacrimale;
Scarsa ergonomia: distanza e angolazione di visione non ottimali, condizioni di luce non adeguate, riflessi e abbagliamenti;
Richiesta continua di accomodazione e convergenza: lo sforzo oculo-muscolare prolungato accentua la fatica del sistema visivo, soprattutto in soggetti con errori refrattivi non corretti o sottocorretti
Impatto sulla progressione della miopia
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
Studi recenti indicano che ogni ora aggiuntiva di tempo di schermo al giorno è associata a un aumento del rischio di sviluppare miopia o di accelerarne la progressione. Una meta-analisi su oltre 335.000 partecipanti ha rilevato che ogni ora supplementare di screen time aumenta del 21% il rischio di miopia nei bambini, con effetti particolarmente marcati in chi supera le quattro ore quotidiane. L’esposizione prolungata allo schermo è pertanto considerata un fattore ambientale modificabile nel controllo della miopia, dato il suo ruolo nell’insorgenza di complicanze oculari gravi come distacco di retina e glaucoma
Ruolo della luce blu
La luce blu emessa dagli schermi (lunghezze d’onda 400–495 nm) influisce sul ritmo circadiano e può indurre discomfort visivo. Se, durante il giorno, una certa esposizione alla luce blu contribuisce alla regolazione del sonno-veglia, l’esposizione serale può disturbare la sintesi di melatonina e compromettere la qualità del sonno. L’evidenza sull’efficacia dei filtri anti–luce blu è ancora in evoluzione: alcuni studi suggeriscono un beneficio nella riduzione dell’affaticamento, mentre altri non mostrano differenze significative in termini di comfort o rendimento visivo
Strategie preventive ed ergonomiche
Per mitigare gli effetti negativi sull’apparato visivo, si raccomandano:
Regola del 20‑20‑20: ogni 20 minuti distogliere lo sguardo dallo schermo e guardare un oggetto a 20 ft (circa 6 m) per almeno 20 s;
Posizionamento dello schermo: inclinazione di 15–20° sotto il livello degli occhi, a 50–70 cm di distanza dall’utente
Illuminazione adeguata: evitare riflessi e contrasti eccessivi, utilizzare lampade da tavolo e tende oscuranti;
Esercizi di ammiccamento volontario e pause frequenti per favorire il film lacrimale;
Controllo oftalmologico periodico, soprattutto in presenza di sintomi persistenti o di anamnesi familiare di miopia.
Conclusioni
L’aumento dell’esposizione a dispositivi digitali richiede un approccio multidisciplinare: educazione degli utenti, interventi ergonomici, sorveglianza clinica e, nei casi indicati, l’impiego di ausili visivi specifici. Solo attraverso una strategia integrata è possibile preservare la salute visiva e ridurre l’impatto a lungo termine dell’utilizzo prolungato degli schermi

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